Descrizione
| Marchio Armi | Beretta |
| Modello | BREVETTO 1919 |
| Anno di Produzione |
| Calibro | .25 ACP | 6.35 mm Browning |
POSSIBILITA DI SPEDIZIONE IN TUTTA ITALIA
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La Grande Guerra fu molte cose. Per il mondo, per l’Europa e per l’Italia, certo. Ma anche per la Beretta, che grazie alle forniture delle sue pistole modello 1915 e 1917 al Regio Esercito si era trasformata da fabbrica che realizzava essenzialmente fucili da caccia ad anima liscia e armi di lusso (pur operando anche come sub-fornitore di canne per gli arsenali militari) in una grande industria produttrice di armi da guerra. Al termine del conflitto, tuttavia, le cose cambiarono.
Le Forze Armate si trovarono con gli arsenali pieni di armi corte di ogni genere (dai vecchi revolver 1874 alle Mauser 1899, passando per una vasta gamma di revolver e semiautomatiche di ogni calibro, integrate anche dai grandi quantitativi di pistole austriache versate all’Italia in riparazione dei danni di guerra) e gli ordini – ovviamente – cessarono.
A partire dal periodo immediatamente successivo alla fine della Grande Guerra, l’Italia acquistò nel corso degli anni un numero considerevole di queste “Berettine”, che venne distribuito soprattutto agli Alpini ed alla Guardia di Finanza, ma anche alla Guardia alla Frontiera, all’Aeronautica ed a molti altri corpi armati.
Queste pistole risultarono particolarmente gradite a molti ufficiali superiori di quasi tutte le armi (compresi quelli della Milizia); fatte le debite eccezioni, si tratta di personale che in genere necessita dell’arma corta solo in particolari casi di emergenza, per la difesa a distanza ravvicinata, e porta la pistola soprattutto come complemento dell’uniforme e come insegna di grado. In questo caso, un oggetto più piccolo di quello di ordinanza risulta più comodo e leggero.
La prima Beretta in calibro 6,35 fu la “Brevetto 1919” una creatura del progettista Tullio Marangoni (sempre lui!) che venne immessa sul mercato a partire dal 30 gennaio del 1920 e che discende direttamente dal modello 1915-17 rispetto alla quale presenta alcune modifiche che saranno poi riprese nella modello 22 dalla quale differisce principalmente per il fatto di avere il percussore lanciato al posto del cane interno.
Da ogni altro punto di vista, le due pistole sono identiche. Ben presto, però, su quella di calibro più piccolo comparve la sicura dorsale sul dorso dell’impugnatura (che inizialmente non c’era), probabilmente perché il sistema a percussore lanciato era ritenuto intrinsecamente meno sicuro dell’altro.
È possibile che la realizzazione di una pistola in calibro 6,35 fosse già stata studiata prima dello scoppio della Grande Guerra e fosse stata in seguito accantonata per esigenze belliche. Come al solito, i dati sulle armi di quel periodo della casa gardonese sono confusi, se non assenti. Questa pistola rimase in produzione con poche modifiche (la più importante delle quali fu la variazione del disconnettore, che nel 1926 passò dal tipo “a scappamento” a quello “a T rovesciata”) fino al 1935, quando fu sostituita dalla modello 318, che di fatto fu solo un progetto intermedio, finalizzato soprattutto a “svecchiare” la linea di un’arma considerata ormai decisamente fuori moda, avvicinandone il design a quello della Beretta 34/35.
Poco dopo venne modificata la coda del percussore, in modo che potesse svolgere anche la funzione di segnalatore di arma carica. Si era così arrivati all’oggetto di questa scheda, la Modello 418, che rimase in produzione, sostanzialmente immutata, dal 1938 al 1961.
La commercializzazione continuò fino al 1965. Le uniche variazioni in questo periodo furono l’introduzione della realizzazione del fusto in lega leggera anodizzata (che permise di produrre anche delle armi “bicromatiche”, con il carrello nero e il fusto giallo-oro – come quella fotografata – oppure bianco-argenteo) e l’adozione di un disegno alternativo per la sicura dorsale. Il numero complessivo delle 418 prodotte in questo arco di tempo è presumibilmente (avverbio d’obbligo, parlando di Beretta…) di 176.000-178.000.
Nonostante tutte queste variazioni, le piccole semiautomatiche in calibro 6,35 sono però state tutte contrassegnate dalla casa produttrice semplicemente con la dicitura “BREV. 1919” fino alla metà degli anni Trenta, data in cui questa indicazione è stata sostituita dal termine “BREVETTATA”, senza altri dettagli. Negli esemplari prodotti dopo la guerra, di solito si trova l’abbreviazione “BREVET.”.
A partire dal 1947, è stata introdotta una leva della sicura di forma differente.
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